mercoledì 30 marzo 2011

Con un fiore in testa Intervista a Ronald Van der Hilst, designer olandese che da anni crea ispirandosi al tulipano


A lui si riconosce l’enorme merito di avere reso un soggetto tradizionale, e per certi versi un cliché, in un vero e proprio tratto stilistico. Un fiore, un tulipano, preso e messo al centro della scena, coi suoi colori e con quella forma così sinuosa. Ronald Van der Hilst, designer olandese ha iniziato la sua carriera come progettista di paesaggi, e questo ambito ancora oggi ha un’influenza enorme sulla sua opera. Nel 2006 ideò una mostra interamente dedicata ai tulipani, che coinvolse tutta la sua città natale, Anversa, e la provincia circostante, toccando venti tra musei e giardini.



Quanto può darle ancora quest'universo in termini d'ispirazione?
“Lavoro ancora come architetto paesaggista ma fino a poco tempo la progettazione di giardini e di prodotti erano per me due cose differenti, completamente scollegate, ad eccezione del tema floreale: non utilizzavo i tulipani nei miei giardini e gli altri progetti non avevano niente a che fare con i miei giardini. Adesso sto creando ponti tra le due cose e ciò mi consente di sperimentare nuove fonti di ispirazione. Occorre tempo extra per sviluppare una propria scrittura personale e naturale nella progettazione di giardini. Il vaso in cristallo per tulipani “Bulbe” per Val Saint Lambert è stata la mia prima progettazione. Quest’opera mi ha dato slancio anche perché non si trattava di un progetto su commissione, ma mio al 100%. Dal 2007 il tulipano, come pianta da giardino, è diventato un tema nella mia opera come architetto paesaggista e lo scorso anno ho iniziato a ideare oggetti, come vasi e fontane, per giardini. Il prossimo passo sarà la realizzazione di progetti e concetti di giardino nei quali integrare gli elementi da me ideati”.




Quanto sono importanti le superfici e i materiali? Influenzano le sue creazioni, sono addirittura il loro punto di partenza o cos’altro?

“Non sono importanti, sono essenziali! La cosa più importante, per me, è che non esiste un unico tipo di forma, ma qualcosa di più che ne garantisce la qualità. I miei progetti iniziano dalla forma e al momento l’idea che ho in testa è ancora “grezza” e sto cercando il produttore che soddisfi le mie aspettative per ottenere il risultato migliore. Nell’ampia gamma di progetti di cui mi occupo, l’elevato livello dei materiali e delle tecniche è – ad eccezione del tema – ciò che li accomuna”.
Quali sono i materiali del futuro?
“Sono fermamente convinto che la qualità è la scelta da fare per muoversi in una direzione sostenibile. Meglio avere un solo pezzo di qualità pregiato, che 10 pezzi allo stesso prezzo, ma che non vale la pena conservare. Penso che siamo solo all’inizio dello sviluppo di materiali intelligenti e di qualità. Dobbiamo avvicinarci alla natura o essere ispirati da essa. Come il fiore di loto è dotato di un sistema di auto pulizia, tanto che mangiandone le radici possiamo purificare il nostro corpo, è probabile che anche i materiali realizzati con il loto abbiano lo stesso effetto. I materiali per i prodotti di consumo non dovrebbero più essere intesi come prodotti finali che perdono qualità dopo il riciclaggio: devono essere parte dell‘ecosistema”. 
Se un bambino dovesse chiederle che cosa è il design che cosa risponderebbe?
“Direi questo: immagina il tuo personaggio preferito di un film o di un libro. Prendi un pezzo di carta e con questo realizza una sedia che assomigli al tuo idolo. Taglia e piega. Non usare colla. Alla fine distendi tutti gli elementi e rimettili insieme fino ad ottenere la forma originale della carta. Spiega ad un tuo amico o ad una tua amica come fare questa sedia e dì a lui o a lei perché questa sedia rappresenta al meglio il tuo idolo. Ecco una concettualizzazione del modello sedia”.

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