giovedì 19 gennaio 2012

La vetrina dello scandalo


Incidente diplomatico dall'altra parte del Mondo. E stavolta ad esserne protagonisti non si tratta di visite disertate di capi di stato, o battute poco eleganti in conferenza in mondovisione. Ad aver commesso la gaffe che ha fatto scoppiare il caso sono nientemeno che i Dolce e Gabbana nazionali.


Circa dieci giorni fa Ad Hong Kong infatti, nello store più grande del marchio italiano, alcuni abitanti locali che stavano fotografando le vetrine sono stati allontanati malamente da una guardia, con la scusa che solo gli stranieri erano autorizzati a scattare.
La protesta è cresciuta di portata in questi giorni velocemente estesa da Twitter e Facebook. L' accusa mossa all'azienda è  di razzismo nei confronti degli Hong Kongers, e sollevando un polverone mediatico che ha costretto D e G a fare pubblica ammenda.



Forse non sarà altro che una tempesta in una tazza di te, come ha detto qualcuno, ma l'enorme quantità di persone assiepate davanti alle vetrine di Dolce e Gabbana a protestare contro il "mainlandism" e l'egemonismo del lusso controllato anche in Oriente dagli occidentali fa preoccupare. Specialmente perché Hong Kong è uno dei mercati emergenti più importanti e facoltosi del momento e in un periodo di crisi come questo è bene stare in campana!



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